Matematico e antropologo inglese. Professore di Meccanica (dal 1881) e Geometria
(dal 1891), nel 1911 succedette a Galton, che era stato suo maestro, nella
cattedra di Eugenetica dell'University College di Londra, dove insegnò
sino al 1933. Fondatore, insieme a Galton e Weldon, della rivista "Biometrika",
che diresse dal 1902 al 1924, introdusse l'applicazione della statistica alla
biometria per illustrare la dottrina dell'ereditarietà biologica.
Spaziò dalla statistica all'antropologia e dall'eugenetica alla
psicologia. Contingentista radicale, pose in evidenza l'aspetto soggettivo e
convenzionale dello studio dei fenomeni condotto con il metodo sperimentale.
Egli, infatti, sostenne che "la legge, in senso scientifico, è
essenzialmente il prodotto della mente umana e non ha senso indipendentemente
dall'uomo". Scrisse numerose opere, tra cui ricordiamo:
La grammatica delle
scienze (1891),
La possibilità di morte e altri studi
sull'evoluzione (1897),
Francis Galton (1914-31) (Londra
1857-1936).